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26/11/2013

OBIETTIVI E PROPOSTE DI AIAB PER UN BIOLOGICO MULTIFUNZIONALE

Politica Agricola Comune: Istituzioni e mondo agricolo a confronto.

Si è conclusa con grande successo di pubblico e contenuti, la due giorni che AIAB ha organizzato con la Regione Umbria e l'IFOAM EU. Oltre all'importante partecipazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, di AGEA e del presidente del Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori, va sottolineata la presenza di associazioni e assessorati all’agricoltura regionali del biologico di tutta Italia.

“L'aver creato questa opportunità di confronto tra mondo bio, rappresentanti del Ministero, delle Regioni e dell'AGEA, per presentare le proposte per l'agricoltura biologica nei nuovi Piani di Sviluppo Rurale, è il primo importante risultato di queste giornate, di cui ringrazio i miei collaboratori ma anche l'Assessore Cecchini e il suo staff per averlo condiviso e sostenuto”. Le parole di Vincenzo Vizioli, presidente dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica sottolineano lo spirito di questo evento che nella prima giornata di Perugia e successivamente a Todi, ha riunito attorno allo stesso tavolo i portavoce di esigenze e proposte per una programmazione condivisa a sostegno di un settore in crescita quale è quello del biologico.

La conferenza di Perugia ha definito con chiarezza gli obiettivi e le proposte del biologico italiano e a questo primo passaggio seguirà il lavoro che AIAB svilupperà su tutti i tavoli nazionali e regionali: "Definire l'obiettivo a cui si vuole portare il biologico al termine dei sette anni di programmazione è l’indispensabile passaggio per realizzare interventi efficaci e monitorabili – continua Vizioli - noi puntiamo ad un bio che raggiunga almeno il 20% della SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) regionale e nazionale, il 10 % dei produttori, il 30% degli acquisti pubblici ed il 15% dei consumi delle famiglie".

In linea con quest’ottica di progresso si inserisce anche l’intervento dell’Assessore  all’Agricoltura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini secondo la quale bisogna “considerare l’agricoltura come avamposto culturale per poter costruire un percorso di crescita rispetto alla nuova programmazione dei fondi europei destinati allo sviluppo rurale”.  Oggi siamo in una fase di preparazione che prevede l’ascolto delle esigenze che emergeranno dal territorio per passare poi alla descrizione e alla scelta delle misure da attuare: “In questa prima fase – dichiara l’assessore Cecchini - stiamo lavorando per i nuovi Piani di Sviluppo Rurale e se l’accordo finanziario previsto sulla vecchia programmazione per l’Italia era di 8,9 miliardi, per la prossima ne sono previsti 10,4 miliardi da investire sul secondo pilastro, si tratta di circa 1,4 miliardi in più rispetto alla vecchia programmazione”.

La riforma della Pac 2014-2020 porta molteplici innovazioni a tutte le componenti del sostegno agricolo: i pagamenti diretti, le misure di mercato e la politica di sviluppo rurale. Tuttavia, l’architettura giuridica della nuova Pac rimane quella attuale con due pilastri, tre strumenti e due fondi. Il primo pilastro comprende gli interventi di mercato e il regime di pagamenti diretti agli agricoltori. Il secondo pilastro promuove lo sviluppo rurale. La novità di questa riforma consiste nella possibilità di presentare sottoprogrammi (ad esempio riguardo i giovani agricoltori, i piccoli agricoltori, le zone montane, le filiere corte) che beneficiano di aliquote di sostegno più elevate.

E in tutto ciò il bio regionale non parte da zero: di 35 milioni di euro predisposti come pacchetto di risorse esistenti per il bio dai fondi provenienti dal precedente PSR Umbria, rimangono ancora da spendere 15 milioni di euro da destinare al mantenimento della produzione biologica.

Secondo AIAB ciò che è stato fatto fino ad ora è dovuto principalmente al coinvolgimento degli agricoltori, ai numerosi incontri con le istituzioni, a tutte le attività in cui l’associazione ha insistito per riconoscere al settore dell’agricoltura biologica il giusto sostegno nella quantificazione dei beni attraverso gli  strumenti tecnici forniti a Bruxelles. Per questo, “una sola misura a sostegno del bio non può bastare, serve appunto una strategia per valorizzare un metodo di produzione ecocompatibile e multifunzionale, che la PAC ha, per l’ennesima volta mortificato” come ha sostenuto nelle conclusioni Andrea Ferrante, responsabile settore esteri di AIAB.

Nel merito della posizione sul bio dell’Unione Europea, entra Marco Schlueter, direttore della Federazione Internazionale del Movimento per l’Agricoltura Biologica (IFOAM EU) portando all’attenzione della platea due informazioni: “La buona notizia della PAC è che gli Stati membri hanno l’autonomia per  fare realmente una efficace programmazione dei PSR, la cattiva notizia è che non sono obbligati a farlo per forza”. Il fatto è che per la prima volta il bio ha ottenuto un riconoscimento politico come azione verde per definizione ed ha inoltre definito una propria misura inquadrata sotto uno schema di sviluppo rurale. “Ciò che conta adesso – sottolinea Shlueter - è assicurare che l’agricoltura biologica non diventi vittima di questo successo, visto che qualcuno ipotizza il doppio pagamento PAC e PSR, in contrasto con la normativa”.

Inoltre in Europa c’è bisogno di favorire il ricambio generazionale ed offrire continuità e innovazione in agricoltura considerando soprattutto il fatto che in Europa un terzo degli agricoltori è over 65 mentre solo il 6% del totale ha un’età inferiore ai 35 anni. Lo sostiene  Matteo Bartolini, presidente del CEJA (Consiglio Europeo Giovani Agricoltori): “E’ necessario puntare prima di tutto sui giovani, in quanto costituiscono il presente sui cui investire per ed offrire all’Europa una continuità nonostante le due problematiche da considerare e risolvere prima di partire: innanzitutto quella storica dell’accesso al credito e quindi alla terra, e poi quella relativa alle statistiche che confermano quanto sia basso il reddito di un giovane agricoltore, circa un 40% al di sotto della media europea”.  

Rimarcata poi l’esigenza di un sostegno alla zootecnia che, come sottolineato dal Dottor Franco Garofalo dell’assessorato all’agricoltura regionale “in Umbria ha visto una specifica maggiorazione del premio alle aree pascolo e alle foraggiere, quando legate all’allevamento, richiesta proprio da AIAB nella revisione di medio termine dell’attuale PSR”.  

Tante le questioni delicate da risolvere e tra queste la mancanza di sincronia tra nuovo PSR che in Umbria riuscirà a partire nel 2015, mentre il primo pilastro della PAC partirà il primo gennaio 2015 e persistono ancora elementi di criticità per poter avviare il processo di allineamento: tra questi, il problema di dare una definizione di “agricoltore attivo”: l’articolo 30 del regolamento PAC prevede che ogni Stato membro debba definire questo concetto per poter usufruire degli strumenti messi a disposizioni dalla Comunità Europea.

Il dato certo è che con la conferenza di Perugia è iniziato un lavoro di proposta ed elaborazione che AIAB continuerà a sviluppare sui tavoli di confronto di tutte le regioni d’Italia.

In allegato la pubblicazione che riguarda un’Analisi su offerta, domanda  e tendenze del mercato Bio, in Italia e nel Mondo.

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Download allegati:

  analisi-mercato-bio-aiab-firab.pdf   ( 2,19 MB )

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