Dopo 12 anni di regno, ICEA riesce a creare un minimo di alternanza ad una presidenza che ha segnato, in negativo lo strappo con AIAB che l’ha fondata, da cui ha ereditato la struttura tecnica e - dopo averne sfruttato a piene mani il sostegno economico - il valore dei marchi e l’eredità storica.

Un cambio per ora annunciato solo da voci interne e senza comunicati ufficiali, la cui scarsa trasparenza sembra coprire feroci scontri interni e trattative (leggi buone uscite) ancora da concludere.
Comunque una sostituzione che arriva con otto anni di ritardo rispetto alle richieste di AIAB e dopo clamorosi fallimenti nell’attuazione del progetto iniziale, di un organismo di controllo nuovo, aperto e trasparente.

L’ultima occasione persa è stata proprio l’operazione “Gatto con gli stivali” che ha messo a nudo alcune debolezze del sistema, sulle quali era necessario e doveroso che gli organismi di controllo “seri”, prendessero le dovute distanze facendo il “mea culpa” per la mancata assunzione di responsabilità e pulizia all’interno della loro federazione.
L’aver fatto quadrato, rigettando le colpe su imprecisati soggetti, ha confermato la paura che uscissero gli scheletri nell’armadio, di una gestione personalistica retta sul deprecabile ricatto del posto di lavoro, in questo anticipando anche lo stile Marchionne, mettendo ICEA, per l’ennesima volta ai livelli bassi del sistema.

Auspichiamo che questa sostituzione, una volta chiariti i contorni, riapra anche in Umbria un dialogo con AIAB, l’associazione guida del biologico italiano, anche se otto anni di cattiva gestione e acredine verso AIAB, hanno scavato un solco difficilmente colmabile, affinché ICEA possa essere altro che uno dei tanti organismi di controllo autorizzati.
Personalmente ritengo che otto anni di attesa sulla riva, oltre a confermare che il fiume porta sempre i suoi doni, hanno dimostrato che AIAB, una volta separatasi dall’attività di controllo è stata capace di una grande crescita e rinnovamento in coerenza con il progetto, almeno all’inizio condiviso. ICEA, senza AIAB ha invece perso ogni diversità adeguandosi ad un modus operandi che fa percepire il sistema di controllo, non come un valore aggiunto ma come una delle tante gabelle che gravano sul mondo della produzione.

Vincenzo Vizioli
Presidente di Aiab Umbria