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25/05/2012

A Todi convegno sulla Ristorazione collettiva

Ristorazione collettiva: si incontrano a Todi i comuni, le associazioni dei produttori e dei genitori per confrontarsi sui modelli di sostenibilità e l'introduzione dei prodotti bio nelle mense dell'Umbria

Il tema è stato trattato venerdì 25 maggio all'Istituto Agrario Ciuffelli

“Protocolli tecnici per l'introduzione dei prodotti biologici nella ristorazione collettiva” organizzato all'Istituto Agrario Ciuffelli di Todi nell'ambito del progetto “Le Strade del Bio” finanziato dalla Regione Umbria e realizzato da un pool di enti e associazioni: l'Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB Umbria) come capofila, Coldiretti Umbria, CIA Servizi, Cratia (Confagricoltura), 3A Parco Tecnologico Agroalimentare, MenteGlocale.

Ad aprire l'incontro e a coordinare i lavori è Maria Cristina Baldoni, dell'istituto d'istruzione superiore I.I.S. Ciuffelli-Einaudi di Todi. Il convegno è iniziato con due interventi nell'ambito della ristorazione collettiva Aiab. Paola Trionfi ha esposto un po' di cifre: in Italia negli ultimi tre anni si è registrato un +10% di mense bio, la Lombardia è la regione capofila che supera anche l'Emilia Romagna, in Umbria sono almeno 10 le mense bio (Assisi, Cannara, Città di Castello, Foligno, Gian o dell'Umbria, Magione, Perugia, Spoleto, Terni, Nocera Umbra). Ha poi introdotto le motivazioni che spingono ad introdurre il bio nella ristorazione collettiva. Avrebbe una notevole incidenza sul territorio (qualità, tecniche agronomiche, benessere ambientale) si tratta di una scelta che riguarda tutto il pianeta. La funzione educativa non deve essere tralasciata, l'obesità è un problema diffuso, è necessario diffondere degli stili alimentari sani per aiutare le generazioni future. Inoltre secondo una ricerca internazionale (Agenzia francese sicurezza alimentare) sulla qualità dei prodotti bio rispetto ai convenzionali,  i primi presenterebbero un maggior contenuto di acidi grassi polinsaturi, minor quantità di acqua che li rendono meglio conservabile e più a lungo, il 94/100% non contiene residui di pesticidi che costituiscono una emergenza per l'influenza che hanno su alcune patologie infantili.

Giuliana D'Agostini, ha proposto la tematica dei capitolati di gara: i Green Public Procurement e i Criteri Ambientali Minimi (Cam) che sono il recepimento a livello nazionale dei criteri europei.I Cam sono un elenco delle prescrizioni ambientali di base affinchè un appalto pubblico per il servizio di ristorazione o acquisto di derrate alimentari possa definirsi a ridotto impatto ambientale. Si comincia a valutare i costi sostenuti lungo l'intero ciclo di utilizzo del prodotto/servizio fino allo smaltimento dei rifiuti. L'economicità è un punto fondamentale, bisogna puntare al miglior risultato possibile senza dispendio e non sacrificando la qualità. Bisogna effettuare un'indagine di mercato e tra le associazioni dei produttori che devono descrivere la situazione produttiva territoriale anche in base alla stagionalità dei prodotti, al fine di incentivare i prodotti locali. Il 40% deve essere bio.

La dirigente scolastica Cristina Maravalle di Todi interviene per esporre una osservazione sul campo: un tracollo dell'educazione alimentare, bisogna sensibilizzare la base, e combattere con cattive abitudini alimentari.

Andrea Sisti del Parco Teconologico Agroalimentare dell'Umbria prende l'impegno del bio con gli amministratori. Bisogna creare un dialogo con i comuni, gli assessori, i sondaci.

La parola è passata poi a Maria Pia Angellotti, dietista – gruppo di lavoro Associazione Nazionale Dietisti (Andid), che ha parlato dell'impatto della ristorazione collettiva sulla sostenibilità ambientale. Ha sottolineato che il consumatore deve poter effettuare delle scelte alimentari non solo per la propria salute ma anche per le risorse naturali, per non lasciare eredità ambientali negative alle generazioni future. Il bio nelle mense è etico, possibile e vantaggioso. I dietisti cercano di diffondere quelle che sono le pratiche alimentari buone e sostenibili, lavorano per migliorare la salute delle persone e dell'ambiente, evidenziando l'importanza di consumare verdure e legumi, e partecipano attivamente alla stesura dei capitolati d'appalto.

È seguita una tavola rotonda sulle “Esperienze territoriali nell'approvigionamento di prodotti biologici per la ristorazione scolastica”. Alessandra Paciotto, presidente Legambiente Umbria, si è soffermata sulla ristorazione collettiva, filiera corta ed economia locale. Ha lanciato l'idea di un forum su cibo e salute e ha indicato una stima di 10 milioni di euro l'anno come cifra che gira intorno alla ristorazione scolastica, evidenziando il legame tra cibo, salute e economia.

Bianca Torquati, facoltà di agraria di Perugia ha parlato di quale effetto produce il sistema bio all'interno delle mense locali. Cristina Trilli, presidente dell'associazione genitori mensa di Valleceppi ha illustrato l'unica (per ora) esperienza di mensa che si rifornisce di prodotti bio.

I servizi scolastici dei comuni (Elena Foglia di Spoleto e Simonetta Banconi di Terni) hanno condiviso poi la loro esperienza sul territorio. Vincenzo Vizioli, presidente Aiab Umbria ha marcato la necessità di sviluppare questo settore che ha forte vitalità seppur carico di contraddizioni. Non è mancato l'intervento del settore ospedaliero; Francesco Cardinali ha riferito dell'attività che sta sviluppando il gruppo di lavoro che sta costruendo le linee guida nell'Asl 2. Infine chiude i lavori Augusto Buldrini, dirigente servizio sviluppo sostenibile delle produzioni agricole della Regione Umbria, che ha ribadito un'attenzione da parte dell'assessorato verso il bio.

(fonte: MenteGlocale)

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