Divulgare metodi e tecniche per estendere il metodo biologico nell'agricoltura dell'Umbria: questo l'obiettivo di un progetto elaborato da AIAB Umbria (Aps) con un gruppo di aziende biologiche che agiranno in forma associata.
Le stesse che hanno incontrato l’assessore regionale all'agricoltura Roberto Morroni insieme al responsabile del Servizio Sviluppo rurale e Agricoltura sostenibile Franco Garofalo.
Le linee progettuali per attività dimostrative utilizzeranno i fondi previsti dalle misure AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System) fissate dal Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027, documento di programmazione regionale attuativo della strategia nazionale della PAC 2023-2027 per lo sviluppo rurale in Umbria.
L’incontro si è svolto presso l’Az. Torre Colombaia di Marsciano, con il coordinamento dello stesso titolare Alfredo Fasola: insieme a titolari delle aziende coinvolte, tecnici, ricercatori universitari, imprese specializzate nei mezzi tecnici per il bio.
Il progetto si basa su azioni dimostrative in grado di evidenziare le innovazioni agronomiche utili anche a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici che il metodo biologico in quanto tale riesce a produrre
OBIETTIVI GENERALI:
• Migliorare le prestazioni produttive, economiche ed ecologiche delle aziende biologiche umbre facilitandone l’accesso all’innovazione specifica per il settore.
• Aumentare presso le stesse aziende la conoscenza, la formazione, la collaborazione e lo spirito d’impresa.
• Dimostrare che il modello dell’agricoltura biologica, se sostenuto con innovazione specifica e strumenti (digitali, aggregativi e gestionali) adeguati, è il modello più adatto sia a mitigare che a far fronte ai cambiamenti climatici, ed è
economicamente sostenibile.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO
1. Istituire un’aggregazione (in forma da definire) di agricoltori biologici umbri che funga da rete per:
o attività di sperimentazione in Umbria di modelli (agronomici, economici e gestionali) innovativi già presenti in altre regioni, in collaborazione con Università, enti di ricerca, associazioni, e tutti i soggetti socialmente attivi interessati.
o Centralizzazione di alcune operazioni (acquisto o noleggio attrezzatura specifica per il bio, acquisto altri mezzi tecnici come sementi ecc.) o possibilità per le aziende partecipanti di accedere ad attività di formazione, consulenza e scambio di esperienze (anche con visite di studio).
o Diffusione anche presso aziende convenzionali delle tecniche innovative sperimentate.
o Creazione di strumenti digitali utili alla gestione dell’aggregazione.
o Attirare finanziamenti pubblici e privati grazie alla condivisione dell’attività progettuale e alla possibilità di avvalersi di consulenti qualificati.
2. Attuare, nei 3 anni di progetto, alcune delle attività di collaudo dell’innovazione che saranno il cuore delle attività svolte dall’aggregazione e che dimostreranno con metodo scientifico l’efficacia del modello.
Un quadro che ha riscosso l'apprezzamento dell'assessore Morroni per lo sforzo di aggregazione sviluppato nella preparazione del progetto e la sua forza innovativa. Il Responsabile del Servizio, Garofalo, ha espresso varie indicazioni sull'itinerario procedurale per l'incardinamento del progetto nel Csr
PARTNER DEL PROGETTO
In forma associata: Torre Colombaia (cereali, oleaginose in bassa collina), Quinto Sapore (ortaggi), Fabio Ciri (cereali, oleaginose, uso di EM effective microelements, in pianura), Alberti (cereali, legumi in alta collina), Lanfranco Bartocci.
Aziende Convenzionali : Pietro Peccia ecc.
Università di Perugia: - Per la parte agronomica : proff.Guiducci/Tosti/-
Per la parte economica: prof. Chiorri-
Aiab Umbria: Dr.Vincenzo Vizioli) ,
Tecnici: Brian Chatterton ( ex ministro agricoltura Australia),
Società informatica: Agricolus