Mariacostanza Ferrini gestisce un’azienda biologica di 7 ettari, di cui 3 di oliveto da olio, 1 di orto in pieno campo e 3 di erba medica o cereali in rotazione. E' un’imprenditrice che crede nel lavoro ed è convinta che il prodotto biologico abbia come valore aggiunto la tracciabilità, non solo come assenza di pesticidi ma come legame col territorio di origine, un legame di qualità e anche umano.
Un olio gustato in noti ristoranti di Londra, presso mense scolastiche, da scrittori, artisti, editori e molti cittadini stranieri, anche di paesi che normalmente forniscono all’Italia mano d’opera agricola. Tutti riconoscono nel prodotto non solo la naturalità, le qualità organolettiche e una certa nostalgia di sapore ma anche il modo di produzione, basato sulla qualità del lavoro, senza lo sfruttamento di cui i loro concittadini o loro stessi spesso hanno sofferto. Il consumatore di prodotti biologici arriva in azienda, vede i prodotti che acquista, ne conosce la storia; sente ed è fiero di far parte, insieme al produttore, di una comunità. Sono questi i consumatori del futuro.