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Quando nell’Autunno 1987 abbiamo trovato quel pezzo di terra sulle colline occidentali della Valdichiana, alle porte di Chianciano Terme, non sapevamo niente di viti e di come si fa il vino.
Vivevamo di apicoltura, in giro per il Sud della Toscana, dal 1981.
Il vino è venuto qualche anno dopo per necessità di valorizzare la nostra uva, che di anno in anno migliorava, ma non veniva sufficientemente remunerata dalla Cantina Sociale.
Pochi concimi i primi anni e dal 1993 abbiamo smesso del tutto la concimazione della vigna. Dal 1990 manteniamo un inerbimento completo e spontaneo, l’erba cresce alta, matura e si risemina da sola. Prima di vendemmiare schiacciamo e trinciamo tutto per esigenze di lavoro.
Dal 2006 abbiamo un piccolo impianto di distillazione, a bagnomaria nel quale trasformiamo le nostre vinacce in grappa e distilliamo i fermentati di diversi frutti, come p.e. prugne, mele.
Su altri 3 Ha nel 1991 abbiamo piantato alberi di frutta: pruni, ciliegi e soprattutto meli.
Di ulivi alleviamo un migliaio di piante, in maggioranza giovani, su 3 Ha di superficie.
L’olio è buono quanto poco.
Nei 13 Ha di seminativi si alternano prati, cereali vari, legumi.
I circa 8 Ha di bosco per ora stanno lì ad invecchiare, danno ombra e riparo a tanti
uccelli che si nutrono della nostra frutta.
Nei nostri progetti, si trasformerà da un bosco ceduo invecchiato in ”un bosco da mangiare” secondo le indicazioni della più autentica permacoltura.
I miei principi e idealità di produttore:
E poi ci siamo noi, un po’ nomadi nell’indole, un po’ custodi nei fatti di un pezzo di terra toscana, stranieri quanto basta per non essere scontati, esuli di un’epoca e di una civiltà che tutto ha ridotto a merce, anche la conoscenza.
Così il nostro impegno è di appropriarci delle capacità politecniche, che hanno caratterizzato la vita dei contadini di ogni parte del mondo in ogni tempo, per preservarle dall’oblio e trasmetterle alle generazioni future: Florian.
Esile filo di paglia, a cui appoggiarsi, per attraversare l’arcobaleno della storia.
La mia opinione sull’utilizzo di OGM:
NO all’utilizzo in pieno campo. Nella ricerca scientifica si potrebbe dare priorità ad altri campi per risolvere i problemi della fame della gente e delle malattie delle piante.
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Località: Milano
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